2012 . LAOS

Laos

Avvicinandoci al confine che separa la Thailandia dal Laos iniziamo a prepararci mentalmente al solito scenario di “cruda realtà” che ogni volta ci soverchia e ci lascia attoniti. Sì, perchè attraversare una frontiera via terra in Asia ti mette di fronte alla vera vita dei tanti abitanti, che da una parte all’altra cercano spesso con dignità, ma soprattutto con gran fatica di vivere il proprio quotidiano.

E invece per la prima volta il passaggio è avvenuto facilmente tramite qual confine fittizio - il fiume Mekong - che divide Huay Xai e Pak Beng. Una volta sbrigate le solite formalità saliamo su una slowboat (di nome e di fatto) che ci condurrà fino a Pak Beng. Nonostante il suo colore marrone poco rassicurante, il Mekong è sempre strabiliante e per una volta la lentezza ci permette di godere il panorama e tutta la vita che ci si svolge.

E con piccoli spostamenti arriviamo a Luang Prabang, la città dei mille templi, tetti scintillanti e stupa che spuntano ovunque. Qui possiamo apprezzare diversi stili architettonici mai visti nei paesi vicini. La sosta si rivela super piacevole e ci permette di assaporare momenti di bellezza che non sono ancora andati perduti.

Lasciamo Luang Prabang diretti alla capitale percorrendo le strade rese fangose dalle incessanti piogge. E’ vero che dopo molto viaggi nutriamo una fiducia sconsiderata nell’autista adolescente che conduce il bus con grande maestria, ma a volte pensiamo di aver tentato eccessivamente la sorte e quindi sia arrivato il nostro momento, ma ancora una volta siamo vivi per raccontarlo. La capitale Vientiane ci lascia disorientati, purtroppo non siamo riusciti a cogliere l’essenza, quindi decidiamo di proseguire il viaggio verso Don Det e il paradiso delle 4000 isole.

Nonostante avessimo parecchi giorni abbiamo velocizzato la nostra esplorazione del Laos, ma anche se ogni viaggio è una nuova scoperta, si rapporta necessariamente rispetto a quelli che lo precedono, e dopo tanto viaggiare si diventa esigenti.